
L’orchidea è un fiori bellissimo ed elegante, che comunica fragilità e imponenza allo stesso tempo. Curarla al meglio a molti appare un’operazione complessa, ma basta prestare le dovute attenzioni per avere dei fiori sani e durevoli nel tempo. Il metodo giapponese per avere fioriture splendide richiede cura e passione.
La Neofinetia falcata
Si tratta di una varietà di orchidea per la quale tale metodologia orientale funziona benissimo. Ma bisogna sapere che anche se la si applica ad altre varietà i risultati possono diventare eccelsi. L’importante è sapere se l’orchidea in questione ha esigenze particolare o diverse dalla norma, così da non sbagliare.

La base delle orchidee, secondo la metodologia giapponese, è costituita da sfere di sfagno, ideali per nutrire al meglio la pianta. Si possono anche avvolgere le radici attorno a tali sfere, fermandole delicatamente sulla cosiddetta “zattera”. Da controllare, poi, è il tasso di umidità, che va mantenuto elevato, pur evitando i ristagni di acqua.
L’umidità è essenziale soprattutto nella stagione calda, mentre si deve tendere a diminuirla in inverno, lasciando che la pianta riposi come è giusto che sia nella stagione fredda. Per quanto concerne la luce, le orchidee la amano come tutti i fiori, purché la temperatura si assesti intorno a un massimo di 24 gradi di giorno.
Altre accortezze
Quando l’orchidea si trova nella fase di crescita, è il momento migliore per cominciare ad aggiungere il fertilizzante specifico per questo delicato fiore. La concentrazione non sarà mai elevata e l’operazione va ripetuta una o due volte al mese. Attenzione a non usare dei concimi generici non adatti alle orchidee!

Se si notano foglie o infiorescenze appassite, occorre intervenire in modo tempestivo con delle forbici sterilizzate e pulite per eliminarle, così che non possano togliere nutrimento al resto della piantina. A seguito della fioritura, poi, per mantenere gli steli “attivi”, vanno a loro volta potati con una certa regolarità. In tal modo, daranno nuovi fiori.
Alla fine, le regole per avere delle orchidee belle e durature non sono molte, ma bisogna agire con attenzione rispetto all’umidità, vaporizzando con acqua se il clima è molto caldo o secco, drenando bene il terreno e donando i nutrienti necessari. Se è necessario, magari per una questione di spazi, l’orchidea di può anche rinvasare.
Suggerimenti utili
Nel momento del rinvaso, bisogna preparare il nuovo terriccio esattamente come fatto la prima volta, adeguando lo spazio in base alla crescita dei fiori. Le radici vanno estratte con somma cura e riposizionate alla giusta profondità. Sia all’interno che all’esterno, la temperatura media non dovrebbe mai superare i 25 gradi.

Per farla fiorire più velocemente, al contrario di quanto si possa pensare, l’orchidea si può sottoporre a un piccolo shock termico: collocarla all’esterno di notte, facendo scendere la temperatura dotto i 10 gradi, le consentirà di stimolare la fioritura poi nelle ore diurne. Ma va evitato il contatto diretto col sole forte.
Un sole estivo particolarmente torrido, infatti, danneggerebbe la pianta, così come la vicinanza a un calorifero o a qualunque altra fonte di calore eccessivo. Spesso, per aiutarla a fiorire, si aggiunge le calcio al terreno, ma in maniera naturale: banalmente, per esempio, con dei gusci d’uovo sminuzzati, a seguito di bollitura.
Orchidee meravigliose
Tipicamente giapponese è anche il metodo di aspergere l’acqua delle orchidee con l’acqua di cottura del riso, di cui sono noti consumatori. Se priva di sale, è una fonte incredibile di vitamina B, fortemente richiesta dalle orchidee. In alternativa, l’irrigazione può avvenire con latte diluito in acqua, sempre per aggiungere del calcio.

Nelle sue diverse varietà, l’orchidea possiede colori e sfumature incredibili, in grado di valorizzare una stanza o un giardino come poche altre piante possono fare. Naturalmente, vanno evitate le coltivazioni in zone o terreni particolarmente aridi e caldi, cercando sempre di offrire un ambiente ideale. Persino la polvere sulle foglie va eliminata con un panno.
Uno stelo che abbia ormai perso i fiori dopo il periodo “dedicato”, come accennato va reciso solo in parte: non solo perché così i nuovi fiori potranno tornare dopo un nuovo ciclo, ma anche perché spesso si possono creare i cosiddetti keiki, ovvero germogli di nuove piante complete da poter rinvasare.